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SERGIO MATTARELLA, PRIME DICHIARAZIONI SUL GIORNO DEL RICORDO: “FOIBE SONO SCIAGURA NAZIONALE, NO A NEGAZIONISMO“!
9 Febbraio 2020 ore 11:30
Sono appena arrivate le attese, prime dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’imminenza del Giorno del Ricordo.
Eccole di seguito, attraverso ciò che riporta l’Ansa:
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“Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante”, sottolinea il Capo dello Stato secondo il quale “oggi il vero avversario da battere, piu’ forte e piu’ insidioso, e’ quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi”.
“Il Giorno del Ricordo, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest’ultima scateno’, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpi’ in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa”.
“Si tratto’ di una sciagura nazionale – afferma Mattarella – alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialita’ o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza peso’ ancor piu’ sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarieta’, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilita’. Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo e’ uscito dal cono d’ombra ed e’ entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignita’ della memoria”.
“Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, piu’ forte e piu’ insidioso, e’ quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
“Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorita’ dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli”.
“In quelle stesse zone che furono, nella prima meta’ del Novecento, teatro di guerre e di fosche tragedie, oggi condividiamo, con i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il futuro in comune in Europa e nella comunita’ internazionale”.
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IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELL’UNIONE DEGLI ISTRIANI, MASSIMILIANO LACOTA:
“Sono parole forti e chiare, quelle del Presidente Sergio Mattarella, che ha voluto rimarcare la pulizia etnica pianificata da Tito per cancellare la millenaria presenza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia, e opportunamente sottolineare anche l’esistenza di sacche di negazionismo, che vanno combattute” commenta positivamente il Presidente Massimiliano Lacota.
“Siamo grati al Capo dello Stato, ma vogliamo ricordare” sottolinea il Presidente Lacota “che manca un ultimo tassello perché l’Italia si riconcili compiutamente con gli Esuli, sotto il profilo morale: e cioè la revoca della massima onorificenza assegnata ingiustamente a Tito nel 1969 dal Presidente Saragat e non ci possono essere motivi plausibili per non farlo subito”.